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mercoledì 4 ottobre 2017

25 anni di Automatic for the People

Il vinile di Automatic for the People (R.E.M.) è pronto per cominciare il viaggio  © Desiree Sigurtà
Il 5 ottobre 1992 uscì Automatic for the People, l'ottavo album degli R.E.M. Un album intenso e cupo. Un disco immortale denso di poesia e armoniosa gravosità.

di Luca Ferrari

Non saprei dire quando abbia cominciato ad ascoltare Automatic for the People. Posso dire che da allora non ho mai smesso. So solo che quelle canzoni mi hanno intasato l'anima. All'epoca non avevo idea della profondità di quella band conosciuta fino a quel momento per Losing my Religion, Radio Song e Shiny Happy People. A un certo punto però nella mia vita c'erano solo loro quattro: Nirvana, Pearl Jam, Neil Young e appunto, gli R.E.M, da Athens (Georgia), i cui membri sono Michael Stipe (voce), Peter Buck (chitarra), Mike Mills (basso) e Bill Berry (batteria).

Non saprei dire quante poesie abbia scritto ispirato dalle varie Drive, The Sidewinder Sleeps Tonite, Everybody Hurts, Monty Got a Raw Deal, Ignoreland e Man on the Moon, le mie preferite delle 12 complessive. Non saprei dire quante sigarette bagnate dalle lacrime abbia versato mentre quella voce e quella musica cercavano di sedare i mie pensieri sfiancati. So solo che ho ancora la cassetta originale di Automatic for the People (1992). So solo che adesso è tempo di scrivere una nuova poesia ispirata dalle note di un disco che ha partorito nella mia vita sentimenti unici e irripetibili, rendendo l'oscurità un posto più forte di troppi incubi mai digeriti.

TICCHETTII, PASSI... LE NON-RISPOSTE 

Diresti che il sole
abbia preso finalmente posto nel cielo?
Diresti che lassù
le stelle abbiano smesso
di avere compassione
delle nostre preghiere?

non voglio più pensare,
vorrei solo essere
ancora in grado
di estraniarmi con la pioggia
e riconoscere il suo arrivo
da una foglia ancorata
a qualche albero abbandonato

abbiamo trovato la nostra strada
o è solo un tranello, ci
siamo abituati,  e il tempo ha scarabocchiato
sopra la nostra
richiesta di informazioni
mimando il gesto delle dita
bisognose di una coperta
… e le dita
non sono l'indicativo che credevamo
… e quel futuro
è ancora così ingenuo senza i dardi
di quel passato
che continua a sanguinare... vorrei
comunicare
a tutte le persone che ho incontrato
in certi giorni
ciò che sto provando ora

sapresti dirmi
se un odore sia in grado
di riportarti
a un ponte di pietra, o se
negli orizzonti dimenticati
ci sia ancora
uno sguardo non capovolto?

a questo punto della storia
sarei già stato lontano
da chiunque tu sia... e chi ti dice
non sia così... che non sia
così... sia così... sia... siamo
(Venezia, 4 ottobre '17)

The sidewinder sleeps tonite (R.E.M.)

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